Un borgo medievale appena fuori Fiumicino: il Castello di Porto
Appena fuori da Fiumicino, lungo la via Portuense, ci si imbatte nelle maestose mura merlate di un antico borgo fortificato. Occorre spingersi fino all’ingresso per capire meglio di cosa si tratti. Varchiamo la soglia di un grande portale ed eccoci nel cortile interno del Castello o Episcopio di Porto, un luogo iconico di Fiumicino, a cui abbiamo voluto ispirarci per battezzare una delle nostre camere superior, al secondo piano del Rome Airport Inn.
Guardandosi intorno, osservando le diverse strutture, capiamo di trovarci all’interno di un piccolo e suggestivo “villaggio” medievale, dominato dall’alta torre un castello.
Ma cos’è esattamente il Castello di Porto? Qual è la sua origine?
Scopriamolo insieme, facendo un salto indietro nel tempo.
Un villaggio fortificato alle origini del Castello di Porto
Dovete sapere che la storia di Fiumicino affonda le proprie radici nell’antichità. Al tempo dei romani, sulla riva destra del Tevere sorgeva l’abitato di Portus, cittadina cresciuta intorno ai grandi porti imperiali di Claudio e Traiano, dove le navi cariche di mercanzie di ogni tipo trovavano un approdo sicuro.
Questa città sospesa tra terra e mare è l’antenata di Fiumicino.
È una città fiorente, sede di una vasta comunità cristiana, che viene riunita in una delle più antiche diocesi mai istituite: si racconta che essa sia stata fondata addirittura nel 211 d.C., oltre un secolo prima dell’editto di Costantino, che avrebbe proclamato la libertà di culto e messo fine alle persecuzioni contro i cristiani.
Ma Portus è anche e soprattutto un luogo di intensi traffici commerciali, presidio di grande importanza strategica per Roma. Vino, grano, olio, ogni genere di mercanzie passa di qui prima di raggiungere via fiume la Città Eterna, cuore dell’impero. Per questo, più volte nel corso dei secoli Portus viene assediata e presa, prima dai barbari, poi dai saraceni.
Dopo il crollo dell’impero, invasioni e scorrerie si susseguono.
È in questo periodo che, probabilmente, sorge il primo nucleo dell’odierno Castello di Porto. In un documento del 983 d.C., infatti, viene menzionata una Rocca, un piccolo insediamento fortificato, creato a scopo difensivo. Tra queste massicce mura cercano rifugio gli abitanti dell’antica città ormai in rovina.
Ma il Castello che dà oggi il nome a questo luogo ancora non c’è.
Il Castello di Porto nel XIV secolo: da centro abitato a roccaforte signorile
Dobbiamo arrivare al XIV per assistere alla costruzione della grande roccaforte che domina l’abitato dell’Episcopio. In quell’epoca, ecco affacciarsi sulla scena una nobile e potente famiglia, originaria di Trastevere.
Si tratta degli Stefaneschi, che estendono il proprio dominio sulla zona, facendone il proprio feudo. Sono loro a costruire l’imponente palazzo munito di torre, eretto al di sopra di alcune strutture di epoca romana e altomedievale. Da qui possono facilmente controllare tutto il territorio circostante.
Nelle mani della Chiesa: i restauri dell’Episcopio di Porto, sede del vescovo
Nel giro di un secolo, il potere degli Stefaneschi si eclissa. L’Episcopio di Porto torna al suo proprietario originale: lo Stato della Chiesa. Diversi vescovi titolari della diocesi si dedicano al restauro delle strutture. Tra di essi c’è Rodrigo Borgia, che ricostruisce le mura diroccate, come attesta il suo stemma, ancora oggi visibile.
Ciò non significa, però, che i vescovi risiedano qui all’epoca.
Quella di vescovo di Porto, infatti, è una carica molto elevata, che spetta al sottodecano del Sacro Collegio e porta con sé numerose incombenze e privilegi, primo tra tutti quello di dover stare a contatto diretto con il Pontefice. Di conseguenza, chi la rivestiva viveva a Roma e non aveva certo il tempo e le energie per dedicarsi in prima persona al territorio della diocesi. In sua vece, c’erano dei vicari, uno dei quali destinato a Porto.
Qui, risiedeva l’arciprete insieme a un altro sacerdote. A loro si affiancava un bargello, a cui spettava il compito di mantenere l’ordine pubblico. Un onere non troppo difficile, visto che il territorio intorno al palazzo espiscopale era sostanzialmente disabitato.
L’Episcopio di Porto oggi
Oggi, l’Episcopio di Porto è di proprietà della Congregazione religiosa dei Figli di S. Maria Immacolata, che lo ha acquistato nel 1930 e vi hanno eretto il proprio studentato.
Le sue porte sono aperte ai visitatori che si spingono fin qui sull’onda della curiosità o della fede. All’interno dell’antico recinto fortificato, infatti, è ricompresa la minuscola chiesa dei Santi Ippolito e Lucia. Un luogo di culto importante non tanto per la sua grandezza quanto perché custodisce le reliquie del patrono di Fiumicino, il martire Sant’Ippolito, considerato primo vescovo della diocesi.
I religiosi che gestiscono la struttura accolgono tutti, mettendo a disposizione un ampio parcheggio. Un cartello posto all’entrata espone le tariffe orarie: per rimanere 1 ora, chiedono “solo” 10 Ave Maria.